Loredana Taddei
Cofondatrice “Se non ora quando?”

 

Si dice che la formazione cambi la vita delle persone, certamente può cambiare lo sguardo, la cultura, e con essi le relazioni tra lavoratori e lavoratrici tramite percorsi di riconoscimento per superare gli stereotipi di genere.

Va in questa direzione l’innovativo progetto formativo “Better Place”, diretto da Luisa Rizzitelli e patrocinato dalla Ong Differenza Donna, che è riuscito ad imporsi in poco più di un anno in aziende all’avanguardia come Caterpillar, che ha fatto del contrasto alle discriminazioni la sua mission. Ma Better Place sta conquistando l’interessere anche in realtà istituzionali, come le Regioni Emilia Romagna e Marche, oltre che in associazioni datoriali, da Confindustria a Confapi.

Realtà, queste, consapevoli che l‘offerta formativa nei posti di lavoro dovrebbe rispecchiare i mutamenti in atto nella società, specie quando si tratta di cambiare una cultura atavica, infarcita di stereotipi che hanno alimentato i forti squilibri di genere così marcati nel nostro paese, tanto da frenarne l’intera l’economia e lo sviluppo. Come confermano anche gli ultimi dati del  World Economic Forum: con il crollo dell’Italia al 117esimo posto a proposito di inclusione economica, e addirittura al 125esimo, se ci si confronta con gli altri paesi in equiparazione salariale. Siamo arretrati dal 76esimo posto dal 70esimo dello scorso anno, confermandoci ultimi in Europa. E’ ormai conclamato che la più grande sfida che impedisce di colmare il divario economico di genere è la sottorappresentanza femminile nel lavoro, e nei ruoli emergenti.

Bisogna allora cambiare le regole del gioco e partire dai luoghi di lavoro, dove si riflettono le pesanti disuguaglianze sociali persistenti tra uomini e donne, in termini di carriera, di riconoscimenti, di opportunità, di retribuzione. Un’asimmetria che da sempre è alla radice anche delle molestie sessuali.  Sappiamo che l′80% delle donne che subiscono molestie sul lavoro non denunciano, soprattutto per via dello squilibrio di potere che si verifica sul luogo di lavoro, fino a renderle oggettivamente pià vulnerabili e ricattabili.

La novità positiva è che ora il fenomeno delle molestie, con la potente denuncia del movimento Metoo non è più considerato “normale”, è cambiata la redefinizione dello sguardo sui rapporti fra uomini e donne, nei rapporti professionali, che devono essere all’insegna del rispetto e della considerazione reciproci.

E qui entra in gioco l’mportanza della formazione, per lavoratori e menager, con progetti come “Better Place”, che ha l’ambizione, come spiega la coordinatrice Luisa Rizzitelli, di introdurre nelle aziende la riflessione e la consapevolezza di quanto sia importante il contrasto agli stereotipi di genere, alle discriminazioni, al sessismo, ai pregiudizi, alle diverse opportunità, che sono la matrice culturale di molestie, violenze e abusi.

Il progetto formativo è rivolto anche ai manager, perché sono i pregiudizi che spesso impediscono alle donne di fare carriera, investendo sui soli uomini, per il “timore” di matrimoni e figli in vista.

La sfida è alta. Quando a lavorare è soltanto una donna su due, e con retribuzioni nettamente inferiori a quelle degli uomini, si tratta di andare oltre la parità di genere.

Ecco perché è fondamentale favorire discussioni su questi temi per rendere le persone più consapevoli dei pregiudizi inconsci e delle discriminazioni sul luogo di lavoro.  Mettere a loro disposizione gli strumenti per modificare i comportamenti, è il primo necessario passo per incoraggiare una trasformazione positiva della mentalità all’interno dell’organizzazione, come evidenziano da tempo anche  diverse autorevoli ricerche sul campo, che spingono le aziende a lavorare per creare un cultura che favorisca le diversità e incoraggi tutti, uomini e donne che lavorano.

 

Link: https://www.huffingtonpost.it/entry/aziende-libere-da-stereotipi-e-discriminazioni-arrivano-i-corsi-di-rispetto_it_5e1aeffbc5b6640ec3d5bc79